Durante una trasmissione dedicata alle forme di precarietà che ormai pervadono la vita dei lavoratori giovani e non solo, Gavino un anziano ascoltatore di Radio Onda Rossa in streaming da Cuneo, ci ha raccontato:
«Nel 1968 alla fine del mio servizio di leva militare, allora obbligatorio, insieme al foglio del Congedo permanente, un ufficiale della caserma mi ha consegnato un certificato, quasi una pagellina, su carta intestata dell’Esercito Italiano nella quale c’era scritto il mio Nome e Cognome con gli altri dati anagrafici. Nella “pagellina” si certificava l’ubbidienza, e il buon comportamento tenuto durante il servizio di leva. L’ufficiale nel consegnarmi la “pagellina” mi assicurava con benevola sicurezza che se avessi presentato quel certificato ad un qualsiasi datore di lavoro mi avrebbe certamente assunto».
Gavino ha concluso la sua telefonata raccontando che aveva stracciato il foglietto e lo aveva buttato nella spazzatura, poi pentito aveva cercato di recuperarlo ma non c’era riuscito. Aveva tentato il recupero per denunciare la forza coercitiva della caserma anche oltre il servizio militare.
Alla fine della trasmissione ci siamo confrontati tra pensionati che avevano fatto il servizio militare negli anni in cui l’aveva fatto Gavino, qualcuno non aveva ricevuto la pagellina.
La conclusione è stata che chi non l’aveva avuta non avrebbe potuto, comunque, mostrarla al datore di lavoro. La forza dell’esercito avrebbe, alla fine, colpito anche lui.
Piero del gruppo NoINVALSI – Roma
Perché mai rispettare
dei beni che non danno utilità?
Non ha senso!
Mio caro, in verità,
vi ritenete un grande: ma, alla prova,
a quanta gente date da mangiare?
A che vi serve leggere? A chi giova?…
Lo Stato non sa proprio cosa farsene
di gente che non spende. Continua a leggere