L’alternanza scuola-lavoro è sfruttamento!

All’attenzione di studenti, genitori, personale docente e ATA, dirigenti scolastici del liceo classico «Vittorio Emanuele II», Napoli e dell’ITIS «Leonardo da Vinci«, Carpi
Ai volontari, ai lavoratori, ai responsabili del Fondo Ambiente Italiano (FAI)

Oggetto: l’alternanza scuola-lavoro è sfruttamento!

Cerchiamo di capirci qualcosa.

Una domenica mattina gli studenti e le studentesse di una classe di Napoli, durante le ore di alternanza scuola-lavoro, hanno scelto di denunciare lo sfruttamento subito.

È evidente che meritano dieci in considerazione dell’alto livello di competenze di cittadinanza dimostrato:
– hanno agito in modo autonomo;
– hanno collaborato tra loro;
– hanno progettato;
– hanno saputo comunicare in maniera chiara ed efficace;
– hanno dimostrato volontà e capacità di partecipazione;
– hanno risolto in maniera creativa un problema (dover conciliare lo svolgimento delle loro ore di alternanza scuola-lavoro con l’ascolto e il rispetto di se stessi);
– hanno individuato collegamenti e relazioni (tra le richieste fatte a loro e la mancanza di personale e di attenzione in Italia per i beni culturali).

Ma… secondo la Fai, il dirigente scolastico e alcuni insegnanti (speriamo pochi), si dovrebbe loro abbassare il voto!

Dunque il re è nudo: le «competenze» attese e da valutare positivamente sono quelle di essere flessibili e disponibili in qualsiasi momento, di obbedire anche ad ordini diseducativi e privi di senso (come quello di fingere di essere volontari), di cercare di cavarsela individualmente invece di collaborare, di adattarsi alle situazioni imposte qualunque esse siano cancellando dall’orizzonte la possibilità di un cambiamento.

Abbiamo capito bene?

E ai docenti è richiesto di allenare a questo gli studenti e le studentesse e di essere ossequiosi nei confronti di chiunque,  a vario titolo,  voglia trarre vantaggio dal lavoro gratuito e minorile, permettendogli di interferire nella didattica e di mettere bocca anche sulla valutazione. E di accettare che i loro colleghi che più si comportano da docenti-impiegati-asserviti siano anche premiati economicamente dal dirigente di turno.

Abbiamo capito bene? Forse non abbastanza. Cerchiamo di capire ancora meglio.

Uno studente di Carpi ha svolto il compito assegnatogli come alternanza scuola-lavoro, pur essendo contrario. Ne ha parlato poi su facebook per condividere la sua esperienza e le sue critiche. È  stato punito con sei in condotta perché il suo comportamento necessita di un’inversione di rotta!
Quello che noi vediamo è che lo studente:
– non si è neanche sottratto al lavoro imposto;
– ha liberamente espresso il suo pensiero, cosa che nessuno gli può contestare e a cui anzi la scuola deve formare;
– si è espresso, per di più, fuori dalla scuola e dall’azienda.
Ma dalle dichiarazioni del dirigente dell’ITIS di Carpi comprendiamo che gli studenti non possono più ragionare sulle forme e sul senso del lavoro né avere convinzioni “ideologiche” (mentre i dirigenti possono liberamente esprimere le proprie nelle interviste), che il sei in condotta serve a tutelare l’immagine dell’azienda e questo è il compito che la scuola si è assunto, che l’altra funzione a cui essa è deputata è il controllo totale su ciò che i giovani devono imparare a ritenere appropriato pensare e dichiarare, che il ruolo dei dirigenti scolastici è di fare da garanti alla montante impostazione repressiva e liberticida della scuola e della società.

Abbiamo capito bene? Sì, abbiamo capito bene. E non ci piace.

Per questo ringraziamo gli studenti e le studentesse che in varie forme si stanno esprimendo contro l’alternanza scuola-lavoro.
Per questo chiediamo ai docenti e ai genitori del Liceo Classico «Vittorio Emanuele II» e dell’ITIS «Leonardo da Vinci» di sostenere i loro studenti e studentesse/figli e figlie, di  opporsi a qualsiasi ritorsione nei loro confronti e di difendere la loro (e la propria) libertà di espressione.
Per questo invitiamo i lavoratori e le lavoratrici della scuola a organizzarsi – con e non contro gli studenti – per contrastare e demistificare un istituto che produce asservimento culturale, che ogni anno regala alle imprese, agli enti pubblici e al terzo settore 180 milioni di ore di lavoro, minorile gratuito e obbligatorio, e che è solo un incentivo permanente al generale abbassamento dei salari e al peggioramento delle condizioni di lavoro.

Roma, 9 aprile 2018

Studenti genitori insegnanti contro l’alternanza scuola lavoro – Roma
noalternanzascuolalavoro@gmail.com
https://noalternanza.blog

Un pensiero su “L’alternanza scuola-lavoro è sfruttamento!

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